Trattato della lingua

1613

 

 

 

Autore

Pergamini, Giacomo

Titolo

Trattato della lingua

Stampe

Prima edizione:

1613: Trattato della lingua. In Venetia, per Bernardo Giunta, Gio. Battista Ciotti & Compagni.

Biblioteca dell’Accademia della Crusca - Firenze

Edizioni e ristampe:

1626: Trattato della lingua. In Venetia, presso li Ciotti.

Biblioteca Nazionale Centrale - Firenze

1635: Trattato della lingua. In Venetia, appresso i Giunti.

1636: Trattato della lingua. In Venetia, appresso i Giunti.

1651: Trattato della lingua. In Venetia, appresso i Giunti, e Gio. Giacomo Hertz.

1664: Trattato della lingua. In Venetia, per Nicolo Pezzana.

 

Edizioni  esaminate

1613 (prima edizione): in Venetia, per Bernardo Giunta, Gio. Battista Ciotti & Compagni.

 

Sommario e contenuto dell’opera

L’opera consta di tre parti principali dedicate ai suoni, alle parti del discorso, ad accenti e punti, articolate in diversi capitoli nei quali vengono esaminati argomenti di fonetica, morfologia, sintassi, accentazione, punteggiatura.

La trattazione è schematica e la descrizione meccanica prevale sull’interpretazione delle forme. Si danno le declinazioni di articoli e pronomi.

Per il verbo vengono esaminati cinque modi (‘dimostrativo’, ‘imperativo’, ‘disiderativo’, ‘soggiuntivo’, ‘indefinito’), le forme nel numero ‘minore’ e ‘maggiore’, le quattro ‘maniere’, corrispondenti alle quattro coniugazioni. Si elencano tutte le forme di ‘essere’ (‘Variatione del verbo essere’), e di ‘amare’, ‘vedere’, ‘scrivere’, ‘sentire’ per le quattro coniugazioni, oltre alle forme di vari altri verbi irregolari.

 

Nel capitolo dedicato alle parti invariabili si esaminano ‘prepositione’, ‘avverbio’, ‘congiuntione’, ‘interiettione’, in quello sugli accenti si considerano l’accento ‘acuto, grave, apostrofo o converso, misto’. Infine, per la punteggiatura, il Pergamini si occupa ‘Del punto, e del modo di usarlo’, distinguendo ‘il punto fermo’, ‘la coma’, ‘il segno della distintione, cioè due punti fermi, l’uno sopra l’altro’, ‘il punto coma, ch’è a coma con di sopra un punto fermo’, e il ‘punto interrogativo’.

 

Serenissimo Signore [‘Al serenissimo signor don Federigo Ubaldo Feltrio della Rovere, Principe d’Urbino’]; 

Al lettore

Indice delle materie contenute nel Trattato della lingua;

Errori e corretione;

Delle lettere e loro divisione: Della vocale a; Della vocale e; Della vocale i; Della vocale o; Della Vocale v; Del diphtongo; Del cambiamento che fanno tra loro le lettere; Della mutatione delle consonanti infra loro medesime; Del cambiamento delle consonanti con le vocali; Delle consonanti incorruptibili intra loro; Dell’aspiratione; Della i fatta consonante; Della l, m, n, r; Della s; Della t; Della x; Della z; Del raddoppiamento delle consonanti (pp. 1-40);

Dell’oratione e sue parti (pp. 40-41);

Dell’articolo: De gli articoli del maschio e sua variatione; lo articolo del maschio e sua variatione; Dell’articolo femminile; Avvertimenti particolari degli articoli il e lo; Avvertimenti di la e di le; Quando l’articolo si dia e quando si taccia; Delle particelle c’han forza d’articolo; Degli articoli che servono per pronomi (pp. 41-66);

Del nome: Del genere numero e de’ casi del nome; De’ segni che distinguono l’un caso dall’altro; Della terminazione del nome; De alcuni nomi di particolar terminatione; De’ nomi terminati in o che si costuma di terminargli in e; De’ nomi di doppia terminatione in numero maggiore; De’ nomi di doppia teminatione in amenduni i numeri; De’ nomi c’han solo un numero; Della variatione del nome; Della seconda variatione terminante in e; Della terza variatione che finisce in i; Quarta variatione in o; Del nome adietivo e della sua terminatione; Del nome comparativo e del superlativo; Della terminatione de’ nomi diminutivi; Della terminazione de’ nomi che dinotano aumento, grandezza, pienezza; Della terminatione de’ nomi che significano difetto, viltà e sprezzatura; Della terminatione delle voci tronche; Delle voci numerali e loro terminationi; Della formatione e terminatione de’ composti numerali (pp. 67-88);

Del pronome: De’ pronomi che servono il maschio e la femmina; Della terminatione del pronome; Nel primo caso del numero del meno ha la voce io; Variatione di tu; Variatione di se; Osservationi particolari de’ pronomi Io, Tu, Se; Osservatione di Tu e di Voi; Osservationi di Se; De pronomi derivativi e de’ possessivi; Osservationi de’ predetti pronomi derivativi e possessivi; De pronomi dimostrativi; Variatione di questa voce neutra; Variatione di questo e di questa pronomi adiettivi; Variatione di costui e di costei, esempio di costui, costei e costoro; Della seconda specie de’ pronomi dimostrativi, cioè degli indeterminati; De pronomi relativi quale, che, chi; Esempio di quale relativo; Di che e sua variatione; Del pronome chi; Osservationi di quale, che e chi; Osservationi di chi; De’ pronomi neutri; Del pronome altro; Del pronome cio; Del pronome che e che che, cheunque; Del pronome niente e nulla, nullo; De’ pronomi universali et indeterminati de quali il primo sarà uno; Del pronome alcuno; Del pronome ciascuno; Del pronome nessuno, niuno e neuno; Del pronome qualcuno, veruno; Del pronome ogni e tutto; Esempi di ogni, osservationi di ogni; Osservationi di tutto; Del pronome alquanto; Del pronome chiunque e qualunque; De’ pronomi che in alcuni obliqui lasciano il segno del lor caso; De’ pronomi monosillabi (pp. 89-163);

Del verbo:Del genere del verbo; Del tempo del verbo; Del modo; Del numero e della persona; Della maniera; Del verbo attivo; Delle tre voci dell’indicativo presente nel num. maggiore; Dell’imperfetto dell’indicativo; Delle tre prime voci dell’imperfetto nel num. del piu; Del preterito perfetto e sua terminatione; Della terminazione del preterito; Della seconda voce del preterito nel num. del meno; Della terza del medesimo num.; Delle voci del preterito nel numero del piu; Del preterito piu che perfetto; Del futuro; Dell’imperativo e delle voci del suo presente; Del futuro dell’imperativo; Del disiderativo e del soggiuntivo; Del presente del disiderativo e sua terminatione; Dell’imperfetto overo tempo pendente; Del preterito perfetto; Del preterito piu che perfetto; Del futuro disiderativo; Del soggiuntivo; Dell’infinito; Del verbo passivo; Del verbo neutro; Del verbo impersonale; La variatione delle quattro maniere prencipali de’ verbi; Variatione di havere; Variatione del verbo essere; Della variatione o congiugatione delle quattro maniere ordinarie de’ verbi; Della seconda congiugatione terminante in ere; Terza congiugatione terminante in ere con la penultima breve come giugnere, scrivere; Quarta congiugatione che finisce in ire colla penultima lunga sentire, udire etc.; Variatione del verbo neutro; Variatione dell’Impersonale; De’ verbi irregolari della prima congiugatione; Seconda variatione di verbi irregolari; Terza variatione de’ verbi irregolari; De’ verbi difettivi; De’ verbi che mutano la lor vocale o ne prendono un’altra; De’ verbi che mutano la Vocale A in E; Delle voci de’ verbi che cangiano l’e in i; Di quelle che cangiano l’e in u; Di quei verbi che mutano la o in u; De’ verbi che non mutano alcuna vocale, anzi ne prendono in compagnia dell’altre; De’ verbi che ricevono la u; De’ verbi terminanti in sco (pp. 164-336);

Del gerondio (pp. 336-38);

Del participio (pp. 338-42);

Delle parti invariabili dell’oratione. Della prepositione: A, a’, ad, al; Addosso, affronte, a lato; Anzi; dinanzi, innanzi, appo, appetto, appiè; Appresso, presso, dappresso, dipresso; Attorno, intorno, dattorno, dintorno, avanti, davanti; Circa; Con, col, co’; Contra, contro et i suoi composti; Da, dal, da’, de, del, di; Dietro, addietro, di dietro, indietro; Dopo; Entro, dentro et altri composti; Fino, infine, infino; Fra, infra, tra, intra; Fuor, fuori, di fuori, infuori, fuora; Giu, giusta; In, nel; Lunge, lungi, lungo; Oltra, oltre; Per; Rasente; Secondo, secondo che; Senza, senza che; Sopra, sotto; Su, suso; Ver, verso, inver, inverso; Vicino (pp. 343-72);

Dell’avverbio: De gli accidenti dell’avverbio; Avverbi del tempo presente; Avverbi che servono solamente al tempo imperfetto; Altri che servono solo al preterito; Al futuro solo servono; Avverbi che servono a due tempi; Avverbi che servono a tutti i tempi; Avverbi significativi di luogo; Avverbi di stanza ferma; Avverbi di movimento da luogo; Avverbi di arrivo et andata ad alcun luogo; Avverbi di passaggio per luogo; Avverbi di qualità; Degli avverbi universale; (pp. 373-413);

Della congiuntione: Di accoppiare; Dell’aggiugnere; Di causa finale; Di conchiudere et inferire; Di conditione e sospensione; Di continuare; Di contrariare; Di dichiarare; Di distinguere e separare; Di dubitare e stare in forse; Di eccettuare; Di eleggere; Di render ragione; Di restrignere; Delle particelle per ornamento (pp. 414-24);

Della interiettione (pp. 425-26);

Degli accenti: Dell’accento grave; Dell’apostrofo o converso; In qual parte dell’oratione habbia luogo l’apostrofo; Delle monosillabe segnate coll’apostrofo; Delle voci tronche e quando ricevon l’accento; Delle voci che si scrivono ordinariamente intere senza apostrofo (pp. 427-39);

Del punto e del modo di usarlo (pp. 440-45).

 

Apporto generale dell’opera

Obiettivo dell’autore e tipo di grammatica: Pergamini intende fornire al lettore un manuale fondato principalmente sull’autorità di Petrarca e Boccaccio, utile a formare ‘una piena Instruttione delle Regole della Lingua’. Come dichiara nella prefazione ‘al lettore’, il lavoro nasce dalla constatazione che molti grammatici precedenti hanno passato sotto silenzio ‘diverse cose sustanziali, e di fondamento’, oppure si sono dilungati eccessivamente provocando al lettore ‘anzi Noia e rincrescimento, che Diletto et Utilità’. L’intento di fornire un’opera utile e chiara emerge già dalle prime pagine del Trattato che si apre con un indice generale dettagliato che rimanda a singoli punti di fonetica, morfologia del nome, del verbo e del pronome, di sintassi. I due capitoli conclusivi sono dedicati rispettivamente agli accenti e al punto. Ma lo schematismo spesso eccessivo fa sì che nella trattazione delle questioni grammaticali si proponga una lista di esempi piuttosto che enunciare la regola generale: per esempio, a proposito del dittongo mobile.

 

Interessi specifici:

 

-          Innovazioni terminologiche: La terminologia è molto ricca e articolata. Si può notare che col termine ‘Particelle’ il Pergamini include ‘egli, e’, bene, hor, ne, ci, si’, che si usano solo ‘per vaghezza et ornamento’.

 

-          Corpus di esempi: Gli autori citati sono dichiarati in apertura dopo l’Indice generale, e corrispondono a quelli citati nel Memoriale della lingua. Oltre a opere di Dante, Petrarca e Boccaccio compaiono Jacopo Passavanti, Giovan Matteo e Filippo Villani, Pier Crescenzio, e ‘alcuni altri autori antichi’, tra cui Cino da Pistoia, Dante da Maiano e ‘altri poeti antichi nominati nel Memoriale’.

 

Interesse generale:

 

-          Influenza subita: Nella prefazione ‘Al lettore’ Pergamini avverte di aver deciso di scrivere il trattato perché i grammatici suoi predecessori sono stati insoddisfacenti e di essersi fondato sull’autorità del Petrarca, del Boccaccio, e di altri autori di quell’età. L’opera si inserisce in una corrente di precettistica grammaticale propria del Seicento concentrata su finalità didattiche.

 

-          Influenza esercitata: Questa grammatica ebbe una fortuna immediata, almeno dal punto di vista editoriale, se si considera che ci fu una seconda edizione già nel 1617 a Venezia, con un Supplimento di voci d’autori moderni fatta per consiglio del Politi, poi un’altra nel 1626 presso il Ciotti, e successivamente altre nel 1657 con un’Aggiunta di voci di autori contemporanei fatta da Paolo Abriani, e nel 1664, sempre in Venezia, per Nicolò Pezzana.

 

Nota bibliografica

      Bernini 1906; Trabalza 1908: ad indicem; Vitale 1984: 160-61; Padley 1988.