Sommario e contenuto dell’opera
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L’opera consta
di tre parti principali dedicate ai suoni, alle parti del discorso, ad
accenti e punti, articolate in diversi capitoli nei quali vengono esaminati
argomenti di fonetica, morfologia, sintassi, accentazione, punteggiatura.
La
trattazione è schematica e la descrizione meccanica prevale
sull’interpretazione delle forme. Si danno le declinazioni di articoli e
pronomi.
Per il
verbo vengono esaminati cinque modi (‘dimostrativo’, ‘imperativo’,
‘disiderativo’, ‘soggiuntivo’, ‘indefinito’), le forme nel numero ‘minore’
e ‘maggiore’, le quattro ‘maniere’, corrispondenti alle quattro
coniugazioni. Si elencano tutte le forme di ‘essere’ (‘Variatione del verbo
essere’), e di ‘amare’, ‘vedere’, ‘scrivere’, ‘sentire’ per le quattro
coniugazioni, oltre alle forme di vari altri verbi irregolari.
Nel
capitolo dedicato alle parti invariabili si esaminano ‘prepositione’,
‘avverbio’, ‘congiuntione’, ‘interiettione’, in quello sugli accenti si
considerano l’accento ‘acuto, grave, apostrofo o converso, misto’. Infine,
per la punteggiatura, il Pergamini si occupa ‘Del punto, e del modo di
usarlo’, distinguendo ‘il punto fermo’, ‘la coma’, ‘il segno della
distintione, cioè due punti fermi, l’uno sopra l’altro’, ‘il punto coma,
ch’è a coma con di sopra un punto fermo’, e il ‘punto interrogativo’.
Serenissimo
Signore [‘Al serenissimo
signor don Federigo Ubaldo Feltrio della Rovere, Principe d’Urbino’];
Al lettore;
Indice
delle materie contenute nel Trattato della lingua;
Errori e
corretione;
Delle lettere
e loro divisione: Della
vocale a; Della vocale e; Della vocale i; Della vocale o; Della Vocale v; Del diphtongo; Del cambiamento
che fanno tra loro le lettere; Della mutatione delle consonanti infra loro
medesime; Del cambiamento delle consonanti con le vocali; Delle consonanti
incorruptibili intra loro; Dell’aspiratione; Della i fatta consonante; Della l, m, n, r; Della s;
Della t; Della x; Della z; Del raddoppiamento delle consonanti (pp. 1-40);
Dell’oratione
e sue parti (pp.
40-41);
Dell’articolo: De gli articoli del maschio e sua
variatione; lo articolo del
maschio e sua variatione; Dell’articolo femminile; Avvertimenti particolari
degli articoli il e lo; Avvertimenti di la e di le; Quando l’articolo si dia e quando si taccia; Delle
particelle c’han forza d’articolo; Degli articoli che servono per pronomi
(pp. 41-66);
Del nome: Del genere numero e de’
casi del nome; De’ segni che distinguono l’un caso dall’altro; Della
terminazione del nome; De alcuni nomi di particolar terminatione; De’ nomi
terminati in o che si costuma
di terminargli in e; De’ nomi
di doppia terminatione in numero maggiore; De’ nomi di doppia teminatione
in amenduni i numeri; De’ nomi c’han solo un numero; Della variatione del
nome; Della seconda variatione terminante in e; Della terza variatione che finisce in i; Quarta variatione in o; Del nome adietivo e della sua
terminatione; Del nome comparativo e del superlativo; Della terminatione
de’ nomi diminutivi; Della terminazione de’ nomi che dinotano aumento,
grandezza, pienezza; Della terminatione de’ nomi che significano difetto,
viltà e sprezzatura; Della terminatione delle voci tronche; Delle voci
numerali e loro terminationi; Della formatione e terminatione de’ composti
numerali (pp. 67-88);
Del pronome: De’ pronomi che servono il maschio
e la femmina; Della terminatione del pronome; Nel primo caso del numero del
meno ha la voce io; Variatione
di tu; Variatione di se; Osservationi particolari de’
pronomi Io, Tu, Se;
Osservatione di Tu e di Voi; Osservationi di Se; De pronomi derivativi e de’
possessivi; Osservationi de’ predetti pronomi derivativi e possessivi; De
pronomi dimostrativi; Variatione di questa
voce neutra; Variatione di questo e
di questa pronomi adiettivi;
Variatione di costui e di costei, esempio di costui, costei e costoro;
Della seconda specie de’ pronomi dimostrativi, cioè degli indeterminati; De
pronomi relativi quale, che, chi;
Esempio di quale relativo; Di che e sua variatione; Del pronome chi; Osservationi di quale, che e chi; Osservationi di chi;
De’ pronomi neutri; Del pronome altro;
Del pronome cio; Del pronome che e che che, cheunque; Del pronome niente e nulla,
nullo; De’ pronomi universali et indeterminati de quali il primo
sarà uno; Del pronome alcuno; Del pronome ciascuno; Del pronome nessuno, niuno e neuno; Del pronome qualcuno, veruno; Del pronome ogni e tutto; Esempi di ogni,
osservationi di ogni;
Osservationi di tutto; Del
pronome alquanto; Del pronome chiunque e qualunque; De’ pronomi che in alcuni obliqui lasciano
il segno del lor caso; De’ pronomi monosillabi (pp. 89-163);
Del verbo:Del genere del verbo; Del tempo
del verbo; Del modo; Del numero e della persona; Della maniera; Del verbo
attivo; Delle tre voci dell’indicativo presente nel num. maggiore;
Dell’imperfetto dell’indicativo; Delle tre prime voci dell’imperfetto nel
num. del piu; Del preterito perfetto e sua terminatione; Della terminazione
del preterito; Della seconda voce del preterito nel num. del meno; Della
terza del medesimo num.; Delle voci del preterito nel numero del piu; Del
preterito piu che perfetto; Del futuro; Dell’imperativo e delle voci del
suo presente; Del futuro dell’imperativo; Del disiderativo e del
soggiuntivo; Del presente del disiderativo e sua terminatione;
Dell’imperfetto overo tempo pendente; Del preterito perfetto; Del preterito
piu che perfetto; Del futuro disiderativo; Del soggiuntivo; Dell’infinito;
Del verbo passivo; Del verbo neutro; Del verbo impersonale; La variatione
delle quattro maniere prencipali de’ verbi; Variatione di havere; Variatione del verbo essere; Della variatione o
congiugatione delle quattro maniere ordinarie de’ verbi; Della seconda
congiugatione terminante in ere;
Terza congiugatione terminante in ere
con la penultima breve come giugnere,
scrivere; Quarta congiugatione che finisce in ire colla penultima lunga sentire, udire etc.; Variatione del
verbo neutro; Variatione dell’Impersonale; De’ verbi irregolari della prima
congiugatione; Seconda variatione di verbi irregolari; Terza variatione de’
verbi irregolari; De’ verbi difettivi; De’ verbi che mutano la lor vocale o
ne prendono un’altra; De’ verbi che mutano la Vocale A in E; Delle voci de’
verbi che cangiano l’e in i; Di quelle che cangiano l’e in u;
Di quei verbi che mutano la o
in u; De’ verbi che non mutano
alcuna vocale, anzi ne prendono in compagnia dell’altre; De’ verbi che
ricevono la u; De’ verbi
terminanti in sco (pp.
164-336);
Del gerondio (pp. 336-38);
Del participio (pp. 338-42);
Delle parti
invariabili dell’oratione.
Della prepositione: A,
a’, ad, al; Addosso, affronte, a lato; Anzi; dinanzi, innanzi, appo,
appetto, appiè; Appresso, presso, dappresso, dipresso; Attorno, intorno,
dattorno, dintorno, avanti, davanti; Circa; Con, col, co’; Contra, contro et
i suoi composti; Da, dal, da’, de,
del, di; Dietro, addietro, di dietro, indietro; Dopo; Entro, dentro et
altri composti; Fino, infine, infino; Fra, infra, tra, intra; Fuor, fuori,
di fuori, infuori, fuora; Giu, giusta; In, nel; Lunge, lungi, lungo; Oltra,
oltre; Per; Rasente; Secondo, secondo che; Senza, senza che; Sopra, sotto;
Su, suso; Ver, verso, inver, inverso; Vicino (pp. 343-72);
Dell’avverbio: De gli accidenti dell’avverbio;
Avverbi del tempo presente; Avverbi che servono solamente al tempo
imperfetto; Altri che servono solo al preterito; Al futuro solo servono;
Avverbi che servono a due tempi; Avverbi che servono a tutti i tempi;
Avverbi significativi di luogo; Avverbi di stanza ferma; Avverbi di
movimento da luogo; Avverbi di arrivo et andata ad alcun luogo; Avverbi di
passaggio per luogo; Avverbi di qualità; Degli avverbi universale; (pp.
373-413);
Della
congiuntione: Di
accoppiare; Dell’aggiugnere; Di causa finale; Di conchiudere et inferire;
Di conditione e sospensione; Di continuare; Di contrariare; Di dichiarare;
Di distinguere e separare; Di dubitare e stare in forse; Di eccettuare; Di
eleggere; Di render ragione; Di restrignere; Delle particelle per ornamento
(pp. 414-24);
Della interiettione (pp. 425-26);
Degli accenti: Dell’accento grave;
Dell’apostrofo o converso; In qual parte dell’oratione habbia luogo
l’apostrofo; Delle monosillabe segnate coll’apostrofo; Delle voci tronche e
quando ricevon l’accento; Delle voci che si scrivono ordinariamente intere
senza apostrofo (pp. 427-39);
Del punto
e del modo di usarlo (pp.
440-45).
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Apporto generale dell’opera
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Obiettivo dell’autore e tipo di grammatica: Pergamini
intende fornire al lettore un manuale fondato principalmente sull’autorità
di Petrarca e Boccaccio, utile a formare ‘una piena Instruttione delle Regole
della Lingua’. Come dichiara nella prefazione ‘al lettore’, il lavoro nasce
dalla constatazione che molti grammatici precedenti hanno passato sotto
silenzio ‘diverse cose sustanziali, e di fondamento’, oppure si sono
dilungati eccessivamente provocando al lettore ‘anzi Noia e rincrescimento,
che Diletto et Utilità’. L’intento di fornire un’opera utile e chiara
emerge già dalle prime pagine del Trattato che si apre con un indice
generale dettagliato che rimanda a singoli punti di fonetica, morfologia
del nome, del verbo e del pronome, di sintassi. I due capitoli conclusivi
sono dedicati rispettivamente agli accenti e al punto. Ma lo schematismo
spesso eccessivo fa sì che nella trattazione delle questioni grammaticali
si proponga una lista di esempi piuttosto che enunciare la regola generale:
per esempio, a proposito del dittongo mobile.
Interessi specifici:
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Innovazioni terminologiche: La terminologia è molto ricca e
articolata. Si può notare che col termine ‘Particelle’ il Pergamini include
‘egli, e’, bene, hor, ne, ci, si’, che si usano solo ‘per vaghezza et
ornamento’.
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Corpus di esempi: Gli autori citati sono dichiarati
in apertura dopo l’Indice generale, e corrispondono a quelli citati nel Memoriale
della lingua. Oltre a opere di Dante, Petrarca e Boccaccio compaiono
Jacopo Passavanti, Giovan Matteo e Filippo Villani, Pier Crescenzio, e
‘alcuni altri autori antichi’, tra cui Cino da Pistoia, Dante da Maiano e
‘altri poeti antichi nominati nel Memoriale’.
Interesse generale:
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Influenza subita: Nella prefazione ‘Al lettore’
Pergamini avverte di aver deciso di scrivere il trattato perché i
grammatici suoi predecessori sono stati insoddisfacenti e di essersi
fondato sull’autorità del Petrarca, del Boccaccio, e di altri autori di
quell’età. L’opera si inserisce in una corrente di precettistica
grammaticale propria del Seicento concentrata su finalità didattiche.
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Influenza
esercitata: Questa
grammatica ebbe una fortuna immediata, almeno dal punto di vista
editoriale, se si considera che ci fu una seconda edizione già nel 1617 a
Venezia, con un Supplimento di
voci d’autori moderni fatta per consiglio del Politi, poi un’altra nel
1626 presso il Ciotti, e successivamente altre nel 1657 con un’Aggiunta di voci di autori contemporanei
fatta da Paolo Abriani, e nel 1664,
sempre in Venezia, per Nicolò Pezzana.
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